È evidente a ognuno di noi come pescare in ambienti naturali conservati rappresenti una esperienza più intensa e appagante. Purtroppo capita spesso di constatare come tale integrità sia alterata per via di molteplici danni di svariata origine: si va dalla regimazione delle sponde che non rispettano la naturalità dei corsi, alle captazioni idriche che non tengono conto del deflusso minimo ecologico, all’inquinamento fisico, chimico e termico in grado di peggiorare profondamente la biologia delle acque, alle alterazioni legate all’eccessiva diffusione di specie alloctone invasive, al bracconaggio e così via.
Di fronte a tali problematiche il singolo pescatore, che pure le rileva e le subisce, ha a disposizione strumenti di denuncia in qualche modo limitati, anche se doverosi e talora indispensabili, per il semplice motivo che non possono di per sé essere coniugati a politiche propositive in grado di contribuire attivamente alla costruzione di una realtà diversa. Occorre in altri termini introdurre la possibilità di una rappresentanza degli interessi comuni della pesca che per la nostra esperienza può essere tentata attraverso l’associazionismo, strumento adeguato a farli presenti nei vari possibili ambiti decisionali.
Per questo ormai da decenni Spinning Club Italia, accanto al naturale fine di diffusione della propria tecnica di pesca, ha affiancato il compito della difesa degli ecosistemi acquatici, sviluppando il concetto di “Pescatore Sentinella Ambientale”.
In altri termini, associandosi, il pescatore può svolgere meglio alcune funzioni peculiari, utili all’intera comunità:
• Segnalare e monitorare in tempo reale le problematiche delle acque;
• Mettere a disposizione un volontariato motivato per la realizzazione di progetti di recupero ambientale;
• Svolgere un indispensabile ruolo di controllo e verifica dell’efficacia reale di tali interventi;
• Contribuire al controllo di territori altrimenti pressoché abbandonati.
Attraverso le proprie 23 Sedi locali e una costante attività nazionale la nostra associazione si è sempre impegnata in tal senso, pur nel limite delle proprie forze e disponibilità.
Ne sono così scaturite una serie di esperienze, fatti, progetti concreti a volte piccoli ma talora anche di notevole impatto.
In Lombardia fin dal 1999 stiamo collaborando a un progetto di tutela della Trota Marmorata sul fiume Adda sublacuale, dapprima con le Province di Cremona e Lodi e ora con gli UTR di Regione Lombardia di Lodi-Pavia, Valpadana, Città metropolitana di Milano e Bergamo. Progetto che ha portato alla creazione insieme al Consorzio Irrigazioni Cremonesi di un incubatoio di valle che si è sviluppato estendendo la propria attività ai ciprinidi autoctoni e al luccio di ceppo italiano, come di recente certificato dall’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda. Inoltre, grazie alla collaborazione con Fipsas Pavia, la lanca del Lido è divenuta una zona no-kill per il luccio.
In Veneto la nostra partecipazione ai lavori della Consulta Regionale della Pesca, detta “Tavolo Blu”, consente da diversi anni di procedere a costanti opere di ripopolamento con persico reale, luccio di ceppo italiano e talora tinca di molti corsi di pianura nelle province di Treviso, Venezia, Padova e, in sinergia con l’a.s.d. sorella lanciatori del Delta, anche Rovigo. Inoltre col concorso delle altre associazioni rappresentate al Tavolo Blu, in particolare Fipsas, abbiamo ottenuto l’inserimento nel regolamento regionale della pesca il no-kill integrale per Trota Marmorata, Luccio e relativi ibridi su tutto il territorio regionale.
In Emilia Romagna partecipiamo al Comitato No-Tube che contrasta la costruzione delle microcentrali sui torrenti del piacentino e contribuito all’istituzione di una zona no-kill al luccio sul fiume Lamone.
In Piemonte, grazie all’assenso da noi sollecitato delle associazioni presenti nella Consulta della Pesca di Città metropolitana di Torino è stata introdotto il no-kill al luccio su quel territorio, che comprende gran parte della pianura piemontese. Inoltre, più di recente, la nostra rappresentanza è stata ammessa alla Consulta Regionale della Pesca.
In Liguria abbiamo ottenuto in sinergia con la locale sede di Carp Fishing Italia un regime di no-kill al luccio e carpa sul lago di Osiglia.
In Toscana grazie alla collaborazione con Fipsas Firenze abbiamo ottenuto e finanziato la creazione di una zona no-kill al luccio sulla Sieve e istituito un regime di tutela del luccio sul lago del Calcione.
A livello nazionale partecipiamo al comitato Free Rivers che raccoglie moltissime associazioni impegnate nel contrasto della costruzione selvaggia delle microcentrali sui torrenti. Inoltre dal 2011 abbiamo in essere un accordo col WWF nazionale che ci consente di cooperare per campagne comuni di tutela ambientale, l’ultima delle quali, denominata Protect Water, svolta a livello europeo e conclusa lo scorso anno. Con essa abbiamo attivamente contribuito al mantenimento dell’integrità della Direttiva Europea Acque che impone agli Stati membri della Comunità Europea il raggiungimento entro il 2024 di un buon stato ecologico dei propri ecosistemi acquatici. Da più parti si sarebbe voluto rimandare tale scadenza a oltre il 2050, riducendone fra l’altro gli obiettivi. La Commissione Europea aveva pertanto attivato una consultazione fra i cittadini europei per sondarne l’opinione prima di decidere in proposito. La consultazione, nel termine dei sei mesi della sua durata, grazie all’azione di tante associazioni ambientaliste, di pesca (fra cui Spinning Club Italia) e anche produttive, ha raccolto centinaia di migliaia di adesioni volte al mantenimento della Direttiva, cosa nei fatti poi rispettata dalla Commissione.
Per questi motivi ci sentiamo di affermare che iscriversi alla nostra associazione significa anche contribuire con un gesto concreto per la difesa del nostro bene comune di pescatori: i pesci e i loro habitat.
Qui di seguito troverai alcuni articoli relativi all’attività ambientale svolta da Spinning Club Italia a.s.d.
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