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WWF2021-03-23T08:20:37+00:00

Il 27 gennaio del 2011 a Roma, Spinning Club Italia firmava un protocollo d’intesa col WWF nazionale, rinnovato poi nel 2016. A prima vista un simile accordo potrebbe risultare quantomeno strano: come è possibile che un pescatore e un ecologista possano trovare un terreno di azione comune? Il fatto si spiega perché in realtà esiste un modo di concepire la pesca che la pone come strumento privilegiato per la conservazione dell’integrità degli ecosistemi acquatici. In altri termini possiamo da un lato concepire l’attività di pesca come un gesto puramente ludico svolto su un bene naturale che in fondo si autosostiene. In tal caso essa diventa una delle molte attività umane volte allo sfruttamento dell’acqua, che oltretutto per il suo carattere ricreativo risulta di minore importanza, essendo preceduta da quelle di impronta lavorativa. La pesca conta circa per l’indotto commerciale da essa prodotto.
Se invece concepiamo gli habitat naturali come un patrimonio indisponibile dell’intera società, il cui utilizzo deve essere compatibile con il loro mantenersi integri nel tempo, allora possiamo capire come il patrimonio di conoscenze e di passione di chi pesca possa risultare fondamentale e quasi indispensabile alla loro tutela, certo affiancato al ruolo di ittiologi, amministratori ed enti gestori delle acque e dei relativi popolamenti ittici. Ci riferiamo insomma alla figura del Pescatore come “Sentinella Ambientale” in grado di rilevare e monitorare in tempo reale le problematiche degli ambienti acquatici, fornire volontariato motivato per progetti di salvaguardia, collaborare alla verifica sul campo della loro efficacia e utile al presidio di territori altrimenti lasciati a se stessi. Iscriversi allo Spinning Club Italia significa anche sostenere attivamente e condividere queste attività che inseriscono a pieno titolo la pesca fra i soggetti deputati al mantenimento del buono stato ecologico degli ambienti naturali.

Protocollo intesa
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