Nelle acque dove è consentita la pesca notturna anche per lo spinning si possono aprire prospettive inconsuete e positive. I grossi cavedani (ossia le famose “cavedanesse”, essendo di regola gli individui di sesso femminile quelli in grado di raggiungere le taglie maggiori) delle acque cristalline, in genere fresche – se non decisamente freddine – che escono dai grandi laghi alpini, si sono sempre dimostrati avversari a dir poco ostici per gli artificiali utilizzati nello spinning. Certo le catture si verificano ma faticano nella loro continuità per via della proverbiale diffidenza della specie in simili contesti. Può essere dunque una sorpresa scoprire come al calare delle tenebre la situazione possa mutare di parecchio. E’ per questo che sabato 26 settembre u.s. soci delle sedi SCI di Monza e Brianza, Como, Milano, Lodi e Piacenza si sono ritrovati sulle sponde del fiume Adda lecchese per un amichevole raduno serale al cavedano. I bassi livelli dovuti alla particolare siccità del periodo e le alte temperature dentro e fuori l’acqua sommati a un fastidioso forte vento hanno messo a dura prova le abilità dei partecipanti all’evento. Tuttavia non sono mancate le catture di diversi cavedani di grossa taglia a cui si sono sommate alcune scardole che in tutta evidenza non sapevano di non essere annoverate nell’elenco ufficiale dei predatori classici per lo spinning. Per tutti i partecipanti è stato un bellissimo momento di aggregazione e occasione di crescita delle proprie conoscenze tecniche, con ogni probabilità esportabili anche in contesti territoriali differenti. Il successo e il favore incontrati dall’iniziativa hanno posto le premesse per la sua ripetizione. Au revoir cavedani lecchesi, a rivederci presto…